Marco Masi
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Un’inversione di tendenza che potrebbe comportare il rischio di
deresponsabilizzazione del datore di lavoro di quelle imprese esecutrici
che operano contestualmente in cantiere rispetto allo stesso datore di
lavoro dell’unica impresa esecutrice, il quale rimane l’unico garante delle
misure di prevenzione e protezione.
Al contrario l’introduzione nel nostro ordinamento della figura del
CSE è stata dettata dall’esigenza di gestione dell’ulteriore rischio delle
interferenze che si genera in conseguenza della presenza di più imprese
esecutrici.
Dal Rapporto AiFOS emerge con chiarezza che, rispetto agli anni
novanta, è aumentata nei coordinatori la consapevolezza del proprio
ruolo anche se permangono alcune difficoltà tecniche nella redazione del
fascicolo con le caratteristiche dell’opera e nel calcolo degli oneri della
sicurezza.
Pressoché inesistente rimane il coinvolgimento nelle problematiche
della sicurezza dei committenti, prevalentemente privati, il 60% dei quali
non ha mai fatto rilievi rispetto ai piani di sicurezza e coordinamento
elaborati e considera la formazione un mero obbligo da assolvere per
evitare di incorrere in sanzioni.
Ancora critici sembrano essere i rapporti con le imprese esecutrici, le
quali trasmettono i piani operativi di sicurezza al coordinatore pochi
giorni prima dell’inizio dei lavori, piani per i quali è quasi sempre
necessario chiedere l’integrazione per evitare di emettere un giudizio di
inidoneità.
Ad ulteriore conferma dell’importanza del ruolo rivestito dalla
formazione negli ultimi anni, quasi tutti i coordinatori, al momento della
verifica dei POS, raccolgono le evidenze documentali relative alla
formazione dei lavoratori presenti in cantiere.
Il ruolo di guida svolto nei confronti delle diverse figure della
prevenzione che concorrono alla progettazione e all’esecuzione
dell’opera e l’impegno profuso sembrano aver finalmente dato le risposte
giuste se si pensa che solo nell’8% dei cantieri interessati si sono
verificati infortuni gravi.
Non sembra irrilevante il ruolo svolto dagli organi di vigilanza, il 73%
dei cantieri sono stati ispezionati negli ultimi anni, ma di questi solo il
20%
presentava irregolarità, anche se la quasi totalità dei coordinatori
ammette di non aver mai dato loro comunicazione di alcune